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Dialogo Riguardo Il Libro

Professore: Benvenuti in questo libro! Si chiama “Sistemi operativi in tre semplici parti” e sono qui per insegnarti le cose che devi sapere sui sistemi operativi. Io mi chiamo “Professore”, e tu chi sei?

Studente: Salve professore! Mi chiamo “Studente”, come avrai capito. E sono qui e pronto ad imparare!

Professore: Suona bene. Ci sono domande?

Studente: Certo! Perché si chiama “Tre pezzi facili”?

Professore: Questo è facile. Beh, vedi, ci sono queste grandi lezioni di fisica di Richard Feynman…

Studente: Oh! Il tizio che ha scritto “Surely You’re Joking, Mr. Feynman”, giusto? È davvero un ottimo libro! Sarà esilarante come quel libro?

Professore: Um… beh, no. Quel libro era fantastico, e sono contento che tu l’abbia letto. Speriamo che questo libro sia più simile ai suoi appunti di Fisica. Alcune delle basi erano riassunte in un libro chiamato “Sei pezzi facili”. Lui parlava di Fisica; noi faremo Tre Pezzi Facili sul bel tema dei Sistemi Operativi. Questo è appropriato, dato che i Sistemi Operativi sono difficili circa la metà della Fisica.

Studente: Beh, mi piaceva la fisica, quindi probabilmente è un bene. Quali sono questi pezzi?

Professore: Sono le tre idee chiave che impareremo: virtualizzazione, concorrenza e persistenza. Nell’apprendere queste idee, impareremo tutto su come funziona un sistema operativo, incluso come decide quale programma eseguire successivamente su una CPU, come gestisce il sovraccarico di memoria in un sistema di memoria virtuale, come funzionano i monitor delle macchine virtuali, come gestire le informazioni sui dischi, e anche un po’ su come costruire un sistema distribuito che funzioni quando alcune parti sono fallite. Questo genere di cose.

Studente: Non ho idea di cosa tu stia parlando, davvero.

Professore: Bene! Questo significa che sei nel posto giusto.

Studente: Ho un’altra domanda: qual è il modo migliore per imparare questi argomenti?

Professore: Ottima domanda! Beh, ognuno deve capirlo da solo, ovviamente, ma ecco cosa farei io: vai a lezione, per sentire il professore che introduce il materiale. Poi, alla fine di ogni settimana, leggi questi appunti, per aiutare le idee ad affondare un po’ meglio nella tua testa. Naturalmente, qualche tempo dopo (suggerimento: prima dell’esame!), rileggi gli appunti per consolidare le tue conoscenze. Naturalmente, il vostro professore assegnerà senza dubbio alcuni compiti e progetti, quindi dovreste fare quelli; in particolare, fare progetti in cui si scrive codice reale per risolvere problemi reali è il modo migliore per mettere in pratica le idee contenute in questi appunti. Come disse Confucio…

Studente: Oh, lo so! “Sento e dimentico. Vedo e ricordo. Faccio e capisco”. O qualcosa del genere.

Professore: (sorpreso) Come facevi a sapere cosa stavo per dire?

Studente: Sembrava filare. Inoltre, sono un grande fan di Confucio, e un fan ancora più grande di Xunzi, che in realtà è una fonte migliore per questa citazione1.

Professore: (sbalordito) Bene, penso che andremo d’accordo! Proprio bene davvero.

Studente: Professore - solo un’altra domanda, se posso. A cosa servono questi dialoghi? Voglio dire, non dovrebbe essere solo un libro? Perché non presentare direttamente il materiale?

Professore: Ah, bella domanda, bella domanda! Beh, penso che a volte sia utile tirarsi fuori da una narrazione e pensare un po’; questi dialoghi sono quei momenti. Quindi tu ed io lavoreremo insieme per dare un senso a tutte queste idee piuttosto complesse. Te la senti?

Studente: Quindi dobbiamo pensare? Beh, sono pronto per questo. Voglio dire, cos’altro ho da fare comunque? Non è che io abbia molta vita al di fuori di questo libro.

Professore: Nemmeno io, purtroppo. Quindi mettiamoci al lavoro!


  1. Secondo http://www.barrypopik.com (il 19 dicembre 2012, intitolato “Dimmi e dimentico; insegnami e forse ricorderò; coinvolgimi e imparerò” il filosofo confuciano Xunzi disse: “Non aver sentito qualcosa non è buono come averlo sentito; averlo sentito non è buono come averlo visto; averlo visto non è buono come saperlo; saperlo non è buono come metterlo in pratica”. Più tardi, la saggezza si è attaccata a Confucio per qualche motivo. Grazie a Jiao Dong (Rutgers) per avercelo detto! ↩︎